La medicina sta cambiando volto.

Sostenuta da una intensa attività di ricerca e di sviluppo, oggi la medicina è in grado di offrire delle diagnosi sempre più dettagliate come anche delle terapie sempre meno cruente ma con alto profilo di efficacia per la terapia del mal di schiena e del fibroma uterino.

Chi oggi affronta la propria malattia ha a disposizione una vasta gamma di opportunità terapeutiche che prevedono un progressivo incremento della invasività: si passa infatti da malattie risolvibili con la semplice terapia farmacologica a tecniche simil chirurgiche totalmente non-invasive, ad approcci percutanei mini-invasivi, alla chirurgia robotica, alla chirurgia laparoscopica ed infine alla chirurgia tradizionale. La grande novità dell’ultimo decennio è l’introduzione di terapie simil-chirurgiche totalmente non-invasive accanto a terapie percutanee e alla chirurgia robotica.

Non tutte le malattie possono essere curate al momento con nuove tecnologie. Laddove però la medicina si è attrezzata con tecnologie che permettano risultati chirurgici senza l’invasività della chirurgia tradizionale, si ha la possibilità di ottenere risultati straordinari senza ricorrere ad incisioni o a rimozione con bisturi evitando inutili esposizioni a complicanze come infezioni, sanguinamenti o invalidità da rimozione d’organo.

Le terapie totalmente non-invasive e quelle mini-invasive attualmente rappresentano il miglior compromesso tra l’efficacia terapeutica e la sicurezza dell’intervento poiché nella maggior parte dei casi queste sono effettuate sotto la precisa guida delle immagini diagnostiche come le immagini TAC e di Risonanza Magnetica. Individuare il bersaglio con una precisione largamente superiore alle capacità dell’occhio umano è di enorme vantaggio in ambito terapeutico per aumentare il successo e la sicurezza degli interventi. La ricerca e lo sviluppo in questo settore hanno portato inoltre all’utilizzo di sorgenti di energia che sono sempre meno dannose, più sicure e facilmente tollerate dai pazienti che possono tornare alle proprie attività la sera stessa o il giorno seguente.

Da anni l’attenzione del mondo scientifico medico si è concentrata sullo sviluppo e l’utilizzo di queste nuove tecnologie; da inizio abbiamo portato avanti studi cosiddetti di fase I in cui abbiamo dimostrato la sicurezza dei sistemi, seguiti da studi di fase II e III in cui abbiamo dimostrato anche l’efficacia delle terapie mini-invasive o totalmente non-invasive, fino ad ottenere il marchio CE e l’approvazione FDA.

Il futuro della medicina, come sempre lo abbiamo immaginato – intervenendo dall’esterno con brevissimi tempi di recupero – ha già iniziato a vivere il suo presente. Basti pensare agli enormi traguardi già raggiunti come ad esempio curare malattie degenerative cerebrali come il Tremore (essenziale o nel morbo di Parkinson) attraverso un preciso fascio di ultrasuoni che oltrepassano il cranio, ed usando la guida delle immagini di Risonanza Magnetica, raggiungono punti specifici del cervello dove interrompono un meccanismo elettrico responsabile della malattia in una singola seduta, senza necessità anche di anestesia. Risultati straordinari fino a pochi anni fa considerati da fantascienza e che necessitavano di introdurre aghi ed elettrodi attraverso il cervello con alta probabilità di ripetere l’intervento se non correttamente posizionato o esponendo ad un danno le strutture nervose attraversate (oltre al rischio di infezioni o emorragie).

Un altro ambito di cura non invasiva è per alcune malattie pediatriche dell’osso come l’Osteoma Osteoide; malattia seppur benigna che causa un notevole peggioramento della qualità della vita, curata fino ad oggi (ed in molti centri ancor oggi) con rimozione chirurgica dell’osso o attraverso un foro osseo con grandi aghi. L’utilizzo degli ultrasuoni focalizzati consente in una sola seduta di risolvere il problema dell’osteoma osteoide (e chiaramente di tutta la sintomatologia dolorosa) in un’unica seduta con risultati immediati e senza incisioni. L’osso così curato è in grado di ripristinare completamente l’area patologica determinata dall’osteoma osteoide.

Sempre in ambito di utilizzo degli ultrasuoni focalizzati guidati dalla Risonanza Magnetica vi è la possibilità di risolvere la sintomatologia legata alla presenza del fibroma uterino o dei fibromi dell’utero tramite opportuna terapia senza compromettere la possibilità di raggiungere una gravidanza. In molte circostanze in cui il fibroma (o i fibromi) dell’utero sono causa di un considerevole peggioramento della qualità della vita (le donne che ne soffrono sanno bene di cosa si stia parlando) con necessità di non poter uscire di casa per le abbondanti emorragie che non solo provocano problemi chiaramente estetici ma anche all’organismo costretto a far fronte alla carenza di ferro. Una sintomatologia articolata, complessa e di difficile soluzione tant’è che molte donne accettano la possibilità di rimuovere completamente l’utero, pur di risolvere i problemi che il fibroma causa. Gli ultrasuoni in questa applicazione risultano molto efficaci e con rischi di gran lunga inferiori a quanto riportato per la chirurgia (miomectomia) o per la embolizzazione, che rimangono comunque ottime alternative laddove gli ultrasuoni focalizzati come terapia totalmente non-invasiva dovesse fallire o non potesse essere applicabile per il particolare tipo di fibromi.

Già migliaia di donne in tutto il mondo hanno risolto il problema dei sintomi legati al fibroma sottoponendosi con successo alla terapia con ultrasuoni focalizzati.

Questa particolare tecnologia permette inoltre di curare il dolore causato da metastasi ossee, il tumore del pancreas inoperabile, il tumore della prostata confinato, il tumore del fegato (in alcuni casi), e le applicazioni si espandono man mano che la ricerca e lo sviluppo porteranno miglioramenti tecnologici.

Di straordinario interesse poi è anche la terapia del mal di schiena legata alla presenza di un’ernia discale, una protrusione, una stenosi o una recidiva dopo intervento alla schiena. Gran parte delle lombalgie e delle sciatalgie (ed in generale il mal di schiena acuto o cronico) possono essere curate con una tecnologia di relativa recente introduzione che utilizza l’energia della radiofrequenza. Insieme ai colleghi dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, è stata messa a punto una terapia innocua ma molto efficace in grado di determinare una neuromodulazione del nervo (spesso il nervo sciatico) con risoluzione dell’infiammazione e il ripristino anche completo dell’attività funzionale de nervo stesso. A differenza di altre metodiche soprattutto chirurgiche il vantaggio risiede nell’assenza di interventi cruenti (tagli o incisioni) permettendo quindi al corpo stesso di ripristinare lo stato generale di salute una volta risolto il problema del dolore da lombo-sciatalgia o da lombalgia. Il mal di schiena infatti si risolve in modo significativo da subito e con progressivo miglioramento nelle settimane a seguire. La terapia con neuromodulazione in molti casi è risolutiva del mal di schiena in una sola seduta, dipendendo dallo stato momentaneo dell’ernia o da quanto tempo l’ernia o la causa del dolore è presente.

Nei prossimi anni c’è da attendersi un crescente sviluppo della tecnologia in medicina con significativo beneficio della qualità di vita dei pazienti.

Da profondo conoscitore e in certe istanze esperto di nuove tecnologie applicate a malattie prima risolvibili con la sola chirurgia sento la necessità tuttavia di non limitare i risultati ottenuti alla sola innovazione. La medicina è e resta una materia in cui la sinergia, la complicità che si stabilisce tra medico e paziente, frutto della fiducia e della stima reciproca, rendono questo mestiere impegnativo sotto molti punti di visa ma ricco di piacere quando si riesce a migliorare la qualità della vita delle persone.

Spinto da una inesauribile volontà di crescita e confronto per il bene altrui, sono venuto in contatto con moltissime realtà internazionali dove ho potuto insegnare un po’ ma imparare molto. Tra i vari una esperienza resta scolpita nella mia formazione. Si tratta di uno dei più grandi medici e maestri italiani della recente e gloriosa storia della medicina italiana, il Professor Mario Campanacci (’32-’99), pioniere dello studio e della cura dei tumori ossei (presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, di cui è stato anche direttore scientifico), di indole calma e riflessiva, capace di trasmettere la passione per lo studio della medicina, gli piaceva insegnare e dare il buon esempio; era umile, e credeva nella meritocrazia e nel gioco di squadra; pretendeva molto da chi lo circondava, ma principalmente da se stesso. Il suo motto – che ha ispirato generazioni di medici, anche chi come me non lo ha incontrato personalmente – era:

Centralità per il paziente, condivisione interdisciplinare – gioco di squadra e confronto con centri stranieri, la ricetta per una buona realtà medica moderna.

Profondo è l’impegno in questa direzione.

 

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